Ancora polemiche per la Spending Review. Il Decreto Crescita approvato dalla Camera dei Deputati, all’interno del quale è stato inserito un piano per la diffusione di veicoli a basse emissioni, sarebbe un vero e proprio incubo per la categoria dei costruttori di automobili.

Lo sostiene il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che spiega come gli incentivi in questione ammazzino un certo tipo di settore già abbondantemente in crisi:

"Pensavamo di aver già visto il peggio dei provvedimenti statali per il nostro settore. Il Governo Monti, dopo anni di incentivi pregressi, dopo che il Brasile e la Cina li hanno recentemente introdotti per svecchiare il parco auto, ha di fatto inventato i disincentivi auto: aumenti su bolli, introduzione di superbolli, rincari di Iva, accise, RC, pedaggi autostradali, spettacolarizzazione alla lotta all'evasione fiscale, e chi più ne ha più ne metta".

Ciò che più preoccupa la categoria è il calo vistosissimo di immatricolazioni di un certo tipo di automobili, che costituiscono comunque la colonna portante dell'economia:

"I risultati sono tangibili: le auto di lusso, molte Made in Italy, scese fino al -70%, i consumi di carburanti del primo semestre ci hanno riportati agli anni '50 e i dati degli autoveicoli sembrano quelli degli anni '80. E così con il miraggio di 'fare cassa' si sta smantellando un settore, quello dell'Automotive, che in Italia pesa 'solo' l'11,6% del Pil, impiega con l'indotto 1.200.000 addetti e partecipa al gettito fiscale nazionale per il 16,6%. E il primo danneggiato è lo Stato stesso perché meno beni e servizi vengono venduti, anche perché gravati da questi fardelli, meno introita di imposte dirette e indirette, in un giro vizioso che porta distruzione di aziende e di posti di lavoro. E poiché una parte degli italiani non paga le tasse la ricetta è di aumentarle a quelli onesti. Oltre il danno la beffa".

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